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RITORNO ALL’ATLANTE OCCIDENTALE DI DANIELE DEL GIUDICE

 


Conversazione tra scienza e letteratura


Giovedì 14 marzo 2019, ore 16.00


Dipartimento di Fisica dell’Università di Bari


In occasione della nuova edizione del romanzo Atlante occidentale di Daniele Del Giudice (pp. XII-248, Einaudi 2019, euro 20), a 34 anni dalla sua prima pubblicazione, il Dipartimento interateneo di Fisica «Michelangelo Merlin» dell’Università di Bari, l’I.I.S.S. «De Nittis-Pascali» di Bari e la casa editrice Einaudi organizzano un incontro sui temi sollevati dal romanzo, favorendo una riflessione intorno al confronto tra saperi scientifici e saperi umanistici nell’orizzonte instabile della contemporaneità.
Ne discutono:
Roberto Bellotti, direttore del Dipartimento interateneo di Fisica «M. Merlin»;
Enzo Mansueto, docente di lettere, poeta e critico letterario del Corriere del Mezzogiorno;
Enzo Rammairone, curatore della nuova edizione di Atlante occidentale.
A metà degli anni Ottanta, Atlante occidentale fece epoca, misurandosi con le scoperte della fisica e anticipando alcune mutazioni radicali del nostro tempo. Oggi è riproposto in nuova edizione, arricchito dal diario inedito che Del Giudice scrisse durante i giorni del sopralluogo al Cern di Ginevra. La prefazione è del fisico italiano Guido Tonelli, che al Cern ha lavorato per molti anni e che, oltre ad amare il romanzo di Del Giudice, nelle pagine del diario ginevrino ha riconosciuto colleghi, situazioni e atmosfere a lui ben note.

Il romanzo narra l’incontro fra due “esploratori”: lo scrittore, che scandaglia gli angoli più intimi e nascosti dell’animo umano, e lo scienziato, che indaga i componenti più minuti della materia. Due mondi apparentemente distanti, che nascondono in realtà insospettabili analogie. A prima vista il mondo di Pietro Brahe, il fisico, è quanto di più solido e materiale si possa immaginare:
acceleratori e apparati grandi come case, magneti, rivelatori, cavi e circuiti elettronici. Ma basta scavare un po’ al di sotto di questa superficie per scoprire che le strutture più nascoste e recondite della materia sono elusive, hanno forme cangianti, talvolta inafferrabili. Non così dissimili quindi dalle impalpabili mutevolezze che rendono imprevedibile il comportamento intimo dei protagonisti dei romanzi di Ira Epstein, lo scrittore. Fino al punto che i due punti di vista quasi si rovesciano: «lui vedeva cose di cui non c’era immagine», pensava di sé Pietro Brahe, mentre lo scrittore argomentava: «Nel mio (lavoro), come le ho già spiegato, si vede parecchio. Si vede così tanto che resta ben poco da immaginare». Il regno della concretezza e della realtà materiale che si rovescia, come in uno specchio, in quello dell’immaginazione e della finzione letteraria.

Giovedì 14 marzo 2019, ore 16.00


Dipartimento di Fisica dell’Università di Bari, aula B
C/O Campus Universitario
Via Amendola, 173
70126 Bari


(Con il supporto del Punto Einaudi Bari, via De Rossi 94; tel. 0805244989)
L’incontro è aperto al pubblico.


Info: Enzo Mansueto 3358275439
enzomansueto65@gmail.com

 


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